Mano dello sportivo - Il pugilato
Il termine “frattura del pugile” è spesso usata per descrivere una frattura del collo del 5° metacarpo, che è provocata da una forza assiale, frontale con l’articolazione metacarpofalangea flessa (proprio come nella posizione della mano a pugno chiuso). In questo modo si frattura la corticale ossea e si determina una flessione della testa del metacarpo con una eventuale scomposizione palmare della stessa.
I pugili professionisti hanno solitamente una protezione delle articolazioni stesse con bendaggi stabilizzatori e di protezione che limitano molto e riducono gli impatti assiali.Tuttavia le sedi di maggiore traumatismo risultano essere le articolazioni metacarpofalangee di 2° e 3° dito, dove possono verificarsi per traumi ripetitivi, delle alterazioni cartilaginee, delle microfratture osteocondrali e delle artrosi croniche.
Altre lesioni consistono in rotture della capsula dorsale della o in artrosinoviti croniche estremamente dolenti.
In molti casi si sceglie di evitare un over-treatment, non eseguendo trattamenti chirurgici (riservati solo in caso di eccessiva angolazione della componente distale alla frattura) ed immobilizzazioni troppo prolungate.
A nostro parere è sufficiente un’immobilizzazione in tutore per 20 giorni e a seguire un tutore removibile di protezione ed inizio della mobilizzazione della mano.